L'avventura dello sguardo, opere di Vittorio Corcos - #UnaMarchigianaaTorino

20 Oct 2019

Arte, Musei e Teatro
Una Marchigiana a Torino

     

A volte capita di girare per la città e sentirsi attratti da qualcosa: un odore, un luogo, i colori autunnali che mutano la fisionomia degli spazi, o uno sguardo. Ecco. Da uno sguardo, in particolare, sono rimasta profondamente colpita. Quello profondo e bellissimo di una ragazza dipinta su un quadro. Non conoscevo il nome, né l'artista che l'ha ritratta, ma da quel momento ho avvertito la volontà di vedere con i miei occhi quella mostra. Qualche giorno fa ci sono andata e sono rimasta molto sorpresa, incantata. Non serve andare a vedere sempre nomi noti, che conosci, ma a volte anche quelli che ignori possono donare tanto alla tua anima.

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La mostra s'intitola “L'avventura dello sguardo ed espone diverse opere di Vittorio Corcos. Voi lo conoscete? Io no, lo ammetto, ma quanta bellezza ha riempito i miei occhi! Si tiene dal 3 Ottobre 2019 al 16 Febbraio 2020 al Museo di Arti Decorative Accorsi - Ometto, per cui se siete di Torino o se arrivate nei prossimi mesi in città, io vi consiglio di farci un salto!

Se volete sapere prezzi e orari vi lascio il sito internet del museo: Fondazione Accorsi - Ometto , dove potrete vedere anche alcune delle opere esposte.   La mostra rende omaggio a un pittore dell'Ottocento, Vittorio Corcos, maestro indiscusso del ritratto femminile. Curata da Carlo Sisi, è suddivisa in sette sezioni:  

Sguardi: è qui che ho ritrovato la ragazza il cui sguardo mi aveva tanto colpito. Ma è attorniata da altre figure femminili di una bellezza incantevole, ma di cui attrae in maniera molto molto forte lo sguardo. Occhi che sembrano parlare, o a volte celare pensieri ed emozioni.

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In posa nell'atelier: in questo caso i protagonisti sono personaggi dell'epoca che hanno frequentato lo studio dell'artista. Non solo signore dell'alta borghesia ritratte con una perfetta cura per ogni particolare - pennellate bianche risaltano tantissimo i gioielli, così come l'attenzione cade sulle calzature che si intravedono sotto il vestito - ma anche uomini, amici. In questo caso che dire della rappresentazione del fumo che si alza? Sembra così vivida, così reale. Sì, quadri del tutto realistici.

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Aria di Parigi:  dipinti francesi, attimi di vita, come quello delle Istitutrici ai Campi Elisi, due donne vestite tutte in nero, che parlano tra loro mentre una bimba gioca a terra.

       

Salotto della “gentile ignota”: in cui il visitatore è introdotto nel circolo della moglie dell'artista, Emma Rotigliano, così appellata - Gentile Ignota - da Giovanni Pascoli di cui era assidua corrispondente. Accanto al ritratto di lei, ci sono anche illustri frequentatori della casa: da Giosuè Carducci, a Silvestro Lega a Pietro Mascagni.

Luce Mediterranea: qui risalta soprattutto un quadro a me noto perché utilizzato in alcuni romanzi anche di recente pubblicazione: In lettura sul mare, opera di pittura en plein air, nel quale tre ragazzi leggono libri con sullo sfondo la costa toscana. Anche qui è lo sguardo della fanciulla che arriva dritto al visitatore. Sembra osservarti, puntarti, mentre i ragazzi sono immersi altrove, con i pensieri, o sulle pagine di un libro.

             

Eterno femminino: e, infine, altre figure di donne, che ho molto molto amato, anche qui per la dovizia di particolari. Che dire, ad esempio, delle mani? O di quella trasparenza del velo che circonda la figura? Io ne sono ammaliata! Tra i più importanti, c'è il dipinto Sogni, in cui una giovane donna guarda fisso l'artista, con uno sguardo pensieroso, un misto di sogni e forse una sorta di inquietudine; immagine che divenne simbolo dello spirito della Belle Époque e destò anche un certo scalpore, perché la giovane posa in un atteggiamento non proprio consono per le dame dell'epoca, ma anche perché raffigura una donna più emancipata, sola, che legge libri, e che sembra quasi “sfidare” con il suo sguardo lo spettatore.

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C'è anche una sezione, intitolata, Vergini funeste con incisioni a opera dei massimi rappresentanti della cultura figurativa mitteleuropea alla vigilia delle Avanguardie.

In questi quadri l'artista sembra davvero rubare un po' l'anima ai suoi soggetti. Un po' come fa un bravo fotografo. Rappresenta le figure in modo più realistico possibile. Donne che ti fissano, con sguardi intensi, emotivi, colmi di pensieri. E tu resti lì, a fissare i tuoi occhi nei loro, quasi volendo sentirle parlare, quasi come un'ascoltatrice di un silenzio che può far tanto rumore. La bellezza e la forza dell'arte.

 

Creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore.

         

Purtroppo non sono una critica d'arte. Non posso esprimere con parole più articolate e migliori i quadri, e non ne ho fatto un elenco preciso. Posso solo dire che sono contenta di aver visto questa mostra, di essere andata oltre il “non conosco, non mi interessa”, perché scoprire cose nuove, artisti diversi, è sempre un'occasione importante, utile, e che può donarti moltissimo.

Andate oltre, cercate sempre di conoscere, di scoprire, di curiosare. Spesso potreste scoprire tanta bellezza.

 

Vittorio Corcos (1859-1933) nasce a Livorno da famiglia ebraica e si forma, da giovane, nelle Accademie di Firenze e in quella di Napoli, città da lui ambita per la presenza di Domenico Morelli convinto assertore del concetto di verità. Nel 1880 inizia l’esperienza parigina frequentando il vivace salotto di Giuseppe De Nittis, collettore degli ‘italiani di Parigi’, entrando nell’orbita del mercante Goupil, che sarà tramite di una precoce fortuna internazionale del pittore favorita dalla sua straordinaria abilità di ritrattista. Nel 1886 rientra a Livorno e sposa Emma Rotigliano, la “gentile ignota” corrispondente di Giovanni Pascoli, per poi trasferirsi a Firenze dove riceverà il battesimo in San Giovanni il 9 dicembre 1887. Il salotto di casa Corcos diviene da allora meta affollatissima di letterati ed artisti, riflesso del milieu culturale aggiornato e poliglotta che si riflette nell’opera del pittore impegnato nella illustrazione di libri e di riviste, ma soprattutto nel ritrarre protagonisti della società di fine secolo – Carducci, Mascagni e Lega – donne eleganti e famose – Lina Cavalieri, Isadora Duncan, Maria Josè – signore aristocratiche ambientate nello sfarzo delle loro dimore.

Non mancano nella produzione di Corcos quadri di soggetto popolare che attestano la sua predisposizione ad aderire alle poetiche del naturalismo, ma la sua fama rimane legata a quelle figure femminili che furono dette “creature che hanno in sé qualche cosa del fantasma e del fiore” e che trovano la più coinvolgente rappresentazione nella giovane introversa ed inquieta che compare nel quadro intitolato Sogni.

  [Info reperite dal sito e dalla brochure della mostra.] [Foto scattate da me]

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