Evelina, di Fanny Burney - Recensione

21 Jun 2019

Libri

   

Jane Austen avrebbe dovuto deporre una corona sulla tomba di Fanny Burney... da - Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf -

 

Esordisco con una frase di Virginia Woolf per parlarvi dell'ultimo romanzo che ho letto, e la cui copia digitale mi è stata inviata, gentilmente, da Fazi Editore, che ringrazio. Quando nella presentazione ho letto che la Burney era una delle autrici più amate e lette dalla mia cara Jane Austen, non ho resistito. Effettivamente, leggendo Evelina - primo romanzo pubblicato da Fanny Burney nel 1778 in forma anonima - si percepisce qualcosa che mi ha rimandato ai romanzi della Austen. Qualche sfumatura nei personaggi, nell'uso dell'ironia, anche se poi, in verità, le due autrici si discostano sia per stile - la Burney mi è parsa più “grottesca” e con un'ironia più incisiva, più satirica sulla società dell'epoca - sia per luoghi: se nei romanzi della Austen sono la campagna, i luoghi più tranquilli a emergere, la Burney ci trasporta in città, in una Londra ricca di eventi, ma anche di numerosi pericoli per la reputazione delle donne nel Settecento.

Non mi piace fare una comparazione tra due autrici, ma a conclusione e soggettivamente parlando, ho trovato un maggior piacere nella lettura dei romanzi della Austen, che mantiene il suo bel posto nella mia personale “classifica” degli scrittori che più amo.

     

Ma lasciando da parte zia Jane, torno a donare la giusta attenzione alla Burney. Con questa lettura io ho avuto numerosi alti e bassi: pur amando lo stile satirico, fortemente ironico, e restano molto sorpresa da certe immagini un po' grottesche e violente da parte di alcuni personaggi, ho avuto momenti in cui ho provato un po' di noia, altri in cui invece mi sono sentita molto coinvolta. A tratti ho trovato alcuni aspetti assurdi, in altri contesti mi sono ritrovata a sorridere. Insomma, fino alla fine mi sono chiesta quale fosse il mio voto, il mio sincero parere, e sono arrivata alla conclusione che il libro mi sia piaciuto sì, ma con alcune riserve. Diciamo che non è riuscita a rapirmi, a differenza di altre autrici (la Austen, le sorelle Brontë, per fare degli esempi...), come speravo. Però lo consiglio. A tutte le persone che amano il genere, e la letteratura di Sette/Ottocento. Se amate la Austen come me, sicuramente non si può non concedere del tempo a colei che l'ha ispirata nella sua scrittura, e alla quale ha anche dedicato la sua attenzione e in un certo senso omaggiato nei suoi romanzi.

   

La generosità priva di delicatezza, come la vivacità priva di giudizio, di solito provocano sofferenza e piacere in parti uguali.

         

Ma di cosa parla Evelina? Evelina è la protagonista femminile del romanzo. Una ragazza di diciassette anni che ha vissuto fino a quel momento in un piccolo villaggio di campagna sotto le cure del reverendo Villars. Educata, rispettosa, molto sensibile e dotata di una bellezza invidiabile tanto da attrarre su di sé le attenzioni di numerosi uomini, è anche però molto ingenua e non sa niente del mondo. Quando viene invitata, sotto richiesta di Lady Howard a trascorrere del tempo prima a Howard Grove e poi a Londra in compagnia anche di Mrs e Miss Mirvan, si apre qualcosa di del tutto nuovo e sconosciuto agli occhi della ragazza. Evelina non sa bene come muoversi, almeno inizialmente, e cerca sempre l'approvazione e i consigli del suo più fidato amico e padre adottivo Villars. Questo romanzo, infatti, è un'insieme di lettere che Evelina invia in modo particolare a Mr Villars, come una sorta di diario personale per metterlo al corrente di tutto ciò che le accade nel periodo trascorso a Londra o comunque in città. (Ovviamente ci sono poi altre lettere di risposta da parte di Mr Villars, o altri personaggi). Evelina viene introdotta alla vita mondana e ai divertimenti dell'epoca: tra balli, teatri, giardini pubblici. Un mondo, come dicevo, del tutto nuovo per lei, che è inesperta dei costumi della società londinese. Questo la porterà ad avere non pochi motivi di imbarazzo, incertezza, e problemi che potrebbero mettere anche a rischio la sua buona reputazione.

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Durante uno di questi balli fa la conoscenza in modo particolare di Lord Orville, che dopo un inizio non felice, fatto di equivoci e incomprensioni (ricorda qualcosa?), diventerà una persona molto, molto importante per lei. Ma accanto alla saggezza e gentilezza di quest'uomo, ruotano intorno alla fanciulla una serie di personaggi spesso anche violenti, negativi, e disturbanti. Da Madame Duval, sua nonna, una persona molto arrivista e maleducata, che vuole imporre il suo potere sulla ragazza, minacciandola di non farle avere il suo patrimonio; al Capitano Mirvan, un uomo dal comportamento del tutto imbarazzante e violento: volgare, rozzo, tratta male le donne, e si diverte a torturare molto spesso Madame Duval, senza alcun rispetto. Ci sono poi molti uomini che vengono irrimediabilmente attratti dalla nostra protagonista: tra tutti, si pone in netto contrasto rispetto ai modi amabili e rispettosi di Lord Orville, Sir Clement Willoughby: è particolarmente odioso. Sì. Perché tormenta Evelina non mostrando un minimo di rispetto per lei. Cerca in ogni modo di stare al suo fianco, di restare solo con lei, di prenderle le mani (all'epoca certi contatti tra uomo e donna non sposati non erano ben visti), di creare situazioni molto imbarazzanti per la giovane, incurante dei suoi pensieri, delle sue proteste, la mette costantemente a disagio.  Altri personaggi molto maleducati e rozzi sono sicuramente i cugini Branghton: personaggi irritanti, ignoranti, superficiali, con i quali la povera Evelina si sente molto in imbarazzo durante le uscite nel mondo Londinese.

Ma queste sono solo alcune delle figure descritte dalla penna ironica della Burney. Ai quali si affiancano personaggi più positivi, da Lord Orville, a Evelina, a Mr Villars, a Miss e Mrs Mirvan, a Mr. Macartney (che si rivelerà molto importante per la ragazza), e a me è risultata simpatica anche Mrs Selwyn: un personaggio femminile diverso dal solito, che attraverso l'uso del sarcasmo e dell'ironia spesso riesce a mettere in imbarazzo o zittire gli uomini. Forse insolita per l'idea femminile dell'epoca, ma a me è piaciuta.

     

Non esiste giovane creatura, mio signore, che voglia o speri di ricevere il consiglio e l'aiuto dei suoi amici più di me. Sono nuova al mondo e non avvezza ad agire autonomamente: le mie intenzioni non sono mai volontariamente colpevoli e tuttavia sbaglio sempre!

         

Se da un lato abbiamo quindi una storia tra Evelina e Lord Orville, che pian piano cresce fino a trasformarsi in qualcosa di più, dall'altro abbiamo la sua travagliata vicenda personale. Evelina è cresciuta da Mr Villars, quando sua madre muore e suo padre, Lord Belmont, non sembra voler riconoscerla. Riuscirà nel suo intento di farsi accettare dal suo nobile padre? Come si evolverà la sua situazione? Evelina è quindi un romanzo epistolare ma anche di formazione. Da ragazzina ingenua, Evelina tenta di crescere, cercando di trovare una sua capacità di giudizio, senza perdere la sua prudenza, il suo buon carattere. C'è anche una sorta di critica alla società dell'epoca. Attraverso lo sguardo puro della protagonista viene descritta in modo satirico tutta la società londinese, con i suoi pregiudizi, le convenzioni, i ruoli della donna etc...

       

Ricorda, cara Evelina, non c'è nulla di così delicato come la reputazione di una donna; è, allo stesso tempo, la più bella e la più fragile delle cose umane.

         

Evelina è l'esempio perfetto di come dovevano essere le donne nel Settecento. Delicate, innocenti, sensibili. La loro reputazione doveva essere protetta in tutti i modi: concedersi ai vizi, perdere le proprie virtù, incoraggiare l'attenzione indesiderata da parte degli uomini, avrebbe potuto mettere in pericolo l'opportunità di contrarre un buon matrimonio. La protagonista in tutto il suo percorso cerca in tutti i modi di mantenere un atteggiamento adatto, ma molto spesso non ho molto gradito il suo comportamento. Forse perché pensandola con la mentalità attuale, è difficile entrare in sintonia con lei, soprattutto nella sua incapacità - per quasi tutto il romanzo - di prendere decisioni proprie, senza dover per forza attendere una parola dal suo tutore. E poi appare davvero troppo perfetta, e trovo un pochino assurda l'attrazione che tutti hanno verso di lei, anche se forse lo scopo era proprio quello: mostrare quello che stabiliva la società maschilista del tempo, far vedere quanto le donne dovessero comportarsi in un certo modo, venendo viste anche quasi come una sorta di merce, di valore sociale. C'è anche tanta violenza, soprattutto nei confronti delle donne, ma anche molto snobismo verso le categorie sociali inferiori e gli stranieri.  Insomma, un romanzo che mette sicuramente in luce la società in cui ha vissuto l'autrice. Da leggere se amate il genere.

     
evelina-673x1024 Evelina, di Fanny Burney Editore: Fazi Pagine: 538 Prezzo: 20 euro cartaceo | 9,99 euro ebook Voto: ♥♥♥,7
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